In questa edizione del nostro annuario abbiamo deciso di mettere in evidenza una figura a noi particolarmente cara, che ci ha accompagnato in tutti questi anni e del quale abbiamo condiviso idee, principi e metodi
È stato importante per noi come educatore e come uomo, ha allenato la maggior parte dei nostri dirigenti quando erano giocatori, ma è stato anche un bellissimo esempio di coerenza e di competenza. In tutti questi anni i suoi principi e la sua linea guida hanno messo al centro del nostro progetto il ragazzo, non dimenticando mai che prima di tutto i nostri atleti sono uomini da formare.
È per questo motivo che vogliamo riassumere per tutti quello che ha fatto Claudio Saccani, in modo da rendere noto anche a chi non lo sa, chi è veramente questa persona.
Il professor Saccani nasce a Scandiano il 15 Marzo 1952 e comincia a giocare in una squadra “vera” a Reggio Emilia nella Prater solo negli allievi. Dopo l’adolescenza si trasferisce a Sassuolo nella primavera (beretti), che allora era semi-professionista.
In quell’ambito rimane per poco perché poi comincia a giocare a Scandiano, in prima categoria, dove resta giocatore per circa dieci anni e comincia ad allenare il settore giovanile alla fine degli studi (1973).
La prima svolta avviene nel campionato 1979-1980, quando al professore viene chiesto di sub-entrare all’allenatore della prima squadra perché la Scandianese è ultima in classifica. Allora ha appena 27 anni. I dirigenti hanno molta fiducia e lui, con umiltà, si toglie la maglia da giocatore e indossa la tuta da allenatore (non potevo fare la formazione mettendomi in campo e rubare il posto ad un mio giocatore. Cit.). Quell’anno la Scandianese si salva, arriva quinta e si qualifica per la coppa Emilia. L’anno dopo centra una storica promozione e nei due anni successivi arriva a ridosso delle prime. In quel periodo viene scritta la famosa frase sulle mure del “vecchio” Torelli: “SACCO DACCI LA D”. Ricordiamo, infatti, che allora la categoria eccellenza non esisteva, e dopo la promozione si passava direttamente all’interregionale (serie D). L’ossatura di quella squadra formidabile è composta per la maggior parte da elementi cresciuti nel settore giovanile della Scandianese, che Claudio Saccani ha messo con fiducia e lungimiranza in prima squadra, alcuni già dalla categoria allievi. Gli elementi erano da lui sapientemente allenati già dal settore giovanile che lui frequenta dal campionato 73-74 quando due grandi dirigenti della Scandianese, Regnani e Cavalli, hanno deciso di iscrivere due categorie (allievi e giovanissimi) sotto la guida dell’allora ventunenne maturato ISEF Claudio Saccani. è stato determinante.
La doppia esperienza di allenatore settore giovanile e prima squadra durò fino all’inizio degli anni novanta. Da sottolineare che in quegli anni nacque una delle prime scuole calcio italiane (1982), che è stata fortemente voluta da lui per iniziare i bambini di allora al mondo del calcio con determinate caratteristiche ludico/motorie. Il principio di imparare a giocare e non voler vincere. Altrettanto famoso in quel periodo è il comitato genitori, che ha sostenuto con sponsor e volontariato il settore giovanile della Scandianese dall’89 al ‘94. Queste esperienze sono totalmente nuove e innovative rispetto al periodo e molte squadre e realtà sportive hanno preso spunto dalla Scandianese di quegli anni.
Dal 1994 il professor Saccani abbandona la Scandianese causa alcune divergenze con la nuova presidenza, con cui lui non si trova a condividere gli stessi punti vista e si trasferisce allo Sporting dove tutt’ora ricopre la responsabilità tecnica.
A Chiozza opera per più di dieci anni con il doppio ruolo di allenatore sia della prima squadre che del settore giovanile. Ricordiamo anche qui uno storico salto dalla prima categoria alla promozione e gli innumerevoli campionati regionali sempre ad
altissimi livelli. Le sue idee e i suoi metodi fanno crescere molto l’ambiente, che continua a seguirlo anche dopo quel bellissimo decennio. Le sue linee guida sono alla base degli allenamenti e dei progetti dello Sporting che lo ascolta sempre. Quando si parla tecnicamente e qualcuno dice “l’ha detto anche Sacco”, mette a tacere tutti i dubbi e mette fine alla discussione.
In questi ultimi 10 anni continua a starci vicino, pur non ricoprendo il ruolo di allenatore, ma continua a rimanere in campo. Propone spesso iniziative ai nostri allenatori, aggiorna le metodologie e consiglia i più giovani.
Il suo consiglio è importante, la sua parola è costruttiva; anche per le famiglie, dove spesso c’è bisogno di intervenire con competenza e autorevolezza, perché una parola di Saccani è una parola pesante. Poter contare su una figura così riconosciuta ed esperta aiuta tecnici e dirigenti, ma la sua è una presenza costante e mai invasiva.
La sua lunghissima esperienza si fregia anche di innumerevoli giocatori da lui visti e portarti al servizio delle proprie squadre: a cominciare dai giovani di quella Scandianese formidabile degli anni ottanta, passando dal gruppo da lui sapientemente amalgamato dello Sporting degli anni novanta. Giocatori più o meno famosi tra cui citiamo Iemmi, Maggi e Bonora (veri e propri eroi locali), ma anche giocatori che hanno giocato in serie A per diversi anni come Munari e Monelli (nella foto di sinistra insieme al maestro Saccani). Tutti talenti che ha saputo valorizzare credendo nelle loro possibilità e dando sempre tanta fiducia e consigli.
Il nostro settore giovanile è orgoglioso di avere una persona con un’esperienza del genere, che è passato attraverso a quasi 50 anni di settore giovanile e prime squadre con metodi sempre innovativi e adeguati e che l’ha fatto sempre con profonda umiltà e con spirito di abnegazione.
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